NBA: dopo giorni di proteste, i giocatori tornano in campo nel segno del Black Lives Matter

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Dopo l’ennesima morte a sfondo razzista, anche il mondo del basket ha alzato la voce contro le violenze e, infatti, i giocatori dei Bucks, qualche giorno fa, si sono rifiutati di scendere in campo, subito imitati dalle altre squadre.

Le proteste per il ferimento del giovane afro-americano James Blake, nel Wisconsin da parte della polizia, hanno coinvolto anche la NBA. Perciò, i Milwaukee Bucks non sono scesi in campo per il riscaldamento, nella quinta gara del primo turno dei playoff della Eastern Conference, contro gli Orlando Magic.

Siamo stanchi degli omicidi e dell’ingiustizia.

Hanno dichiarato i giocatori. E, poco dopo, anche gli sportivi di altre discipline si sono accodati alla protesta interrompendo le gare in programma per: baseball, basket femminile e calcio.

Così, le manifestazioni del movimento Black Lives Matter hanno raggiunto le vette più alte dello sport su vari livelli.

Le gare sono riprese solo dopo aver ottenuto la garanzia che, per le prossime elezioni politiche americane, gli ampi spazi da gioco della NBA saranno destinati ad accogliere le cabine per il voto, così da garantire la maggiore partecipazione possibile.

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